Pochi giorni fa su internet mi sono imbattuta in questa vignetta, firmata dall’ottimo collega Luca Mazzucchelli, che esprime in modo molto sintetico e chiaro i principali pregiudizi contro la figura dello psicologo.
In effetti nella mia pratica professionale e nella mia vita personale mi sono imbattuta più volte in tutti questi punti, e finalmente voglio provare non solo a sfatarli, ma a farlo cercando di pormi anche dal punto di vista dell’utente.
1- Lo psicologo è per i matti
Bè, dipende da cosa intendiamo per “matto”. E’ matto un giovane che fatica a trovare la propria strada nella vita? E’ matto un bambino che non riesce a stare seduto e zitto per 8 ore dopo essere stato totalmente privo di regole e limiti fino al giorno prima? E’ più matta una donna che non riesce a troncare una relazione violenta, o lo è di più una società che insegna alle donne a non uscire da sole la sera anziché insegnare agli uomini a non stuprare?
Lo stesso discorso vale per ciò che intendiamo per “normale”: per essere normali non bisogna avere mai un cedimento, mai una debolezza, mai un pianto, un’incertezza, un dolore? Ma allora, saremmo matti tutti! Oppure, molto più semplicemente, siamo tutti normali esseri umani che talvolta attraversiamo momenti di difficoltà e di disorientamento da cui non riusciamo a uscire da soli.
2- Lo psicologo è per i deboli e io voglio farcela da solo
Chiedere aiuto è da deboli e farcela da soli è da forti? Chiediamoci allora se e quanto questo “farcela da soli” non si risolve in realtà in un ignorare i nostri bisogni, in un evitare di pensarci, stringendo i denti e sperando che le cose vadano a posto da sole. Questo è più che comprensibile, perchè affrontare i problemi fa paura a chiunque. Ma allora la vera persona forte non potrebbe essere chi esce allo scoperto, si mette in gioco, parla chiaro dei problemi e si impegna a superarli, indipendentemente da quanto aiuto riceve?
Proviamo a pensare a un personaggio che per noi rappresenta il massimo della forza e del coraggio , a quello che definiremmo un vero eroe: che ci sia venuto in mente Ulisse o Batman, Teseo o Harry Potter, ci renderemo conto ognuno di loro aveva davanti a sé prove molto dure da superare e mostri molto difficili da sconfiggere, e quindi per farcela ha avuto bisogno dell’aiuto di Antinoo, di Alfred, di Arianna, di Hermione. Eppure, non si può certo dire che siano dei deboli per questo!
3- Lo psicologo potrebbe manipolare la mia mente
Questo argomento l’ho sentito soprattutto da parte di terze persone: qualcuno di molto vicino al paziente si oppone a che il figlio o il coniuge vada dallo psicologo “che gli mette in testa strane idee”.
In quanto psicologi (proprio come i medici e al contrario dei counselor e di altre professioni simili non regolamentate), siamo vincolati ad alcuni principi etici e deontologici a tutela dell’utente: uno di questi ci impedisce di condizionare in alcun modo pensieri, sentimenti, convinzioni e decisioni dei nostri clienti (cosa che peraltro di solito non abbiamo alcun motivo di fare).
La credenza che lo psicologo possa plagiare qualcuno a cui teniamo è così diffusa perchè aiuta a difenderci dall’idea ben più spaventosa che di solito corrisponde a verità: grazie al lavoro con lo psicologo l’utente riesce a esprimere posizioni, emozioni, bisogni e scelte scomode ma autentiche, ad essere se stesso anche in ciò che è sgradito ad altri, a tirare fuori parti di sé che esistevano già, ma erano state soffocate per evitare il conflitto.
Un cambio di lavoro o di facoltà universitaria, la fine di una relazione, la ricerca di una maggiore indipendenza non sono il risultato di una deliberata influenza da parte dello psicologo, ma l’espressione più vera di una persona che si sta impegnando per stare bene.
4- Io sono fatto così, cambiare è impossibile
Ribalto la prospettiva: NON cambiare è impossibile. La vita stessa è cambiamento: ci pone davanti continui imprevisti, sconvolge i nostri piani, muta il corso degli eventi che avevamo programmato, la realtà ci sorprende e ci spiazza in modi che superano la fantasia. Senza contare che in tutto questo noi nasciamo, cresciamo, diventiamo adulti, invecchiamo, e non possiamo fare niente per impedirlo.
Tutto, allora, sta nell’essere capaci di cambiare bene, nel saper interpretare l’arte di cambiare, che poi è l’arte di vivere.
Incredibile ma vero, cambiare è così faticoso e fa così tanta paura, che ci affezioniamo anche ai nostri problemi. Vorremmo restare sempre aggrappati a una versione mitizzata di noi, una roccia sempre uguale a se stessa, per non affrontare il rischio di lasciarci portare dalla corrente del cambiamento. Questo non solo non ci aiuta, ma crea più problemi di quanti ne risolve, ci ruba più energie di quante ne servirebbero per nuotare.
5- Nessuno può capire il mio dolore
E’ vero. Nessuno all’infuori di te si trova nella tua testa e nel tuo cuore, solo tu hai vissuto la tua storia. Ma questo non significa che sei solo. Forse senti di esserlo quando tutti intorno a te sembrano convinti di sapere cosa è giusto per te, e di aiutarti dicendoti cose come “devi reagire”, “è solo una tua fissa”, “hai solo bisogno di svagarti” o “pensa a chi sta peggio di te”. Un bravo psicologo non ti dirà queste cose e non ti giudicherà mai: semplicemente si metterà in ascolto per te, con tutto il rispetto di chi sempre desidera capire ma mai presume di esserci riuscito del tutto.
Inoltre, nel mondo della cura psicologica non esiste soltanto il colloquio individuale con il professionista, ma sono possibili molte forme di cura, tra cui l’incontro in gruppo tra persone che condividono situazioni simili e hanno vissuto lo stesso tipo di esperienza dolorosa, e che possono quindi capirsi a vicenda meglio di chiunque altro.
Continua….